Salve, ho scoperto che la mia migliore amica è paranoica.
Quando ci siamo conosciute mi ha detto "sono un po' paranoica": io l'avevo presa alla leggera, sinceramente non conoscevo nemmeno bene il vero significato della parola. Ma col tempo ci sono stati episodi che mi hanno preoccupato: la prima volta quando ha usato una droga leggera (cannabis) e la seconda quando ha esagerato con l'alcool. Beveva solo durante la serata, ma davvero tanto! Questa seconda volta è stato tremendo sostenerla: ricevevo chiamate ad ogni ora del giorno e della notte: ora mi ringraziava di starle accanto in un momento così duro, mi diceva che ero speciale per lei, ma poi la chiamata successiva era un attacco, mi chiedeva per quale motivo l'avessi "sputtanata" con filmati e foto che secondo lei io le avevo fatto. Mi chiedeva perché la stessero seguendo ecc.. La madre l'ha fatta ricoverare in psichiatria: come i dottori, anche io ho pensato, stupidamente, che fosse sotto effetto di qualche stupefacente o del troppo alcool bevuto, in quanto aveva passato un week end fuori dalle righe...
In seguito le ho chiesto cosa avesse avuto e mi ha detto “è stata una brutta esperienza” e mi ha anche riferito che sentiva delle voci nella testa: era persino arrivata a pensare che l'unico modo per fermare le voci era farla finita! Da quella volta ha smesso di bere.
Ma ora si è ripresentato il terzo episodio, che ha tolto ogni dubbio. Decidiamo di andare in vacanza qualche giorno in Spagna. Sono stati i giorni peggiori della mia vita: ha avuto un'altra crisi, non so dire se peggio delle altre, ma questa volta l'ho vissuta al 100% ed è stato tristissimo.
Pensava di essere seguita, intercettata, spiata, voleva tenere le luci spente in albergo perché nessuno ci osservasse, faceva la doccia al buio, accusava i camerieri di scattarle foto o farle filmati: io ho cercato di essere comprensiva e di starle vicino. Mi chiedeva com'era possibile che io non mi accorgessi di quello che accadeva e così ha iniziato a non fidarsi più nemmeno di me: pensava che pure io le volevo far male. Su consiglio di sua mamma ho cercato di farle bere delle gocce che prende, ma lei temeva volessi avvelenarla, o sedarla.
Ammetto che in primis avevo paura per me, non sapevo se avrebbe potuto farmi del male, ma ora che sono a casa penso a lei, non vorrei si facesse del male, vorrei sapere se è curabile, se può fare qualcosa, voglio vederla stare bene.
La conosco da poco più di due anni ed ho scoperto che ha avuto altri episodi già in passato. Abitiamo lontane, sembrerà assurdo, ma lei è psicologa e ha 28 anni.
Spero mi potrete dare qualche buon consiglio, chiedo perdono per la lunga lettera, ma consideravo necessario spiegare.
Distinti saluti e grazie in anticipo.
Quando ci siamo conosciute mi ha detto "sono un po' paranoica": io l'avevo presa alla leggera, sinceramente non conoscevo nemmeno bene il vero significato della parola. Ma col tempo ci sono stati episodi che mi hanno preoccupato: la prima volta quando ha usato una droga leggera (cannabis) e la seconda quando ha esagerato con l'alcool. Beveva solo durante la serata, ma davvero tanto! Questa seconda volta è stato tremendo sostenerla: ricevevo chiamate ad ogni ora del giorno e della notte: ora mi ringraziava di starle accanto in un momento così duro, mi diceva che ero speciale per lei, ma poi la chiamata successiva era un attacco, mi chiedeva per quale motivo l'avessi "sputtanata" con filmati e foto che secondo lei io le avevo fatto. Mi chiedeva perché la stessero seguendo ecc.. La madre l'ha fatta ricoverare in psichiatria: come i dottori, anche io ho pensato, stupidamente, che fosse sotto effetto di qualche stupefacente o del troppo alcool bevuto, in quanto aveva passato un week end fuori dalle righe...
In seguito le ho chiesto cosa avesse avuto e mi ha detto “è stata una brutta esperienza” e mi ha anche riferito che sentiva delle voci nella testa: era persino arrivata a pensare che l'unico modo per fermare le voci era farla finita! Da quella volta ha smesso di bere.
Ma ora si è ripresentato il terzo episodio, che ha tolto ogni dubbio. Decidiamo di andare in vacanza qualche giorno in Spagna. Sono stati i giorni peggiori della mia vita: ha avuto un'altra crisi, non so dire se peggio delle altre, ma questa volta l'ho vissuta al 100% ed è stato tristissimo.
Pensava di essere seguita, intercettata, spiata, voleva tenere le luci spente in albergo perché nessuno ci osservasse, faceva la doccia al buio, accusava i camerieri di scattarle foto o farle filmati: io ho cercato di essere comprensiva e di starle vicino. Mi chiedeva com'era possibile che io non mi accorgessi di quello che accadeva e così ha iniziato a non fidarsi più nemmeno di me: pensava che pure io le volevo far male. Su consiglio di sua mamma ho cercato di farle bere delle gocce che prende, ma lei temeva volessi avvelenarla, o sedarla.
Ammetto che in primis avevo paura per me, non sapevo se avrebbe potuto farmi del male, ma ora che sono a casa penso a lei, non vorrei si facesse del male, vorrei sapere se è curabile, se può fare qualcosa, voglio vederla stare bene.
La conosco da poco più di due anni ed ho scoperto che ha avuto altri episodi già in passato. Abitiamo lontane, sembrerà assurdo, ma lei è psicologa e ha 28 anni.
Spero mi potrete dare qualche buon consiglio, chiedo perdono per la lunga lettera, ma consideravo necessario spiegare.
Distinti saluti e grazie in anticipo.
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