Buongiorno Dottore,
mi chiamo Susanna, ho 23 anni e da 3 anni lavoro nello stesso posto. Ho un problema. Un giorno dell'anno scorso mi hanno spostato in un reparto della mia azienda in cui ero antipatica alle referenti e parlavano sempre male di me, anche inventandosi cose inesistenti. I dirigenti non hanno mai chiesto di parlare con me e intanto mi sono iniziate ad arrivare lettere di contestazione e poi multe; io, non avendo un carattere combattivo, mi sono tenuta tutto dentro, poi è arrivata una lettera di trasferimento da Milano a Lecco, dove c’è la sede centrale della mia azienda... io ho accettato per farmi forza e per dimostrare che non sono io sbagliata!! Adesso lavoro ancora lì e sul campo lavorativo nessuno dice niente perché mi sono sempre adeguata a tutto, ma ormai mi trattano da jolly: mi fanno fare poche ore in una sala, poi in un'altra, poi in un'altra ancora; quando arrivo da Milano fino a Lecco per iniziare a lavorare mi dicono “corri a Milano che manca personale”... Questa in breve era la mia situazione, fino a quando, il 20 aprile di quest'anno, dopo un litigio per una ennesima trasferta non c'è lo fatta più, sono arrivata a casa e per calmarmi ho preso tante pillole tranquillanti e pillole per dormire, poi un Aulin perché mi scoppiava la testa… e cosi è successo che mio padre, rientrando a casa, mi ha visto come svenuta e ha chiamato l'ambulanza... ora come ora mi sento stanca fisicamente e molto triste, non ho la forza di combattere, mi sento vuota e priva di voglia di vivere!!! Cosa mi consiglia? Grazie
Susanna (23 anni)
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