Caro dottore,
sono una signora di 60 anni, mio marito ha 63 anni e abbiamo una figlia sposata, senza figli, di 36 anni, che per anni ha lavorato con noi nell’azienda di famiglia, ora non più operativa. Nostra figlia, dopo la chiusura della società, ha aperto con suo marito un centro sportivo. I problemi sono sorti quando mio marito si è imposto nelle loro decisioni e nella loro gestione aziendale, creando ad entrambi problemi di comunicazione e lavorativi. Preciso che l’attaccamento di mio marito alla figlia è quasi morboso. Mia figlia abita con noi in una villa di famiglia; ora mio marito per ritorsione le ha chiesto di andarsene, apparentemente senza motivo, ma in realtà perché un po’ di tempo fa loro lo hanno invitato a non occuparsi più del centro sportivo.
Io non ho un buon rapporto con mio marito, anche per il suo carattere (peggiorato in questi ultimi anni) molto aggressivo e arrogante. Lui deve sempre essere al di sopra di tutto e tutti, non dà spazio a nessuno, pensa di poter comprare tutto e tutti alle sue condizioni. Il problema è che mia figlia ha anche problemi economici ed andarsene comporta spese per lei difficilmente sostenibili. Io non so come comportarmi, mio marito non vuole sentire ragione. Alle volte penso che sia affetto da qualche malattia di vecchiaia, che ha perso i valori della famiglia (a mia figlia ha detto che non è più sua figlia e similmente disse a me tempo fa che non sono più sua moglie).
E’ una situazione molto triste che mi procura ansia. Aspetto un consiglio da Lei per capire se è il caso di pensare a qualche cura per mio marito. Grazie, attendo risposta.
Carla (60 anni)
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