Buongiorno,
Le scrivo perché ho le idee molto confuse e credo che un parere professionale mi sarebbe d’aiuto.
Il problema fondamentale col quale mi ritrovo a lottare da alcuni anni è la mia totale incapacità di costruirmi un equilibrio che sia stabile. Riesco ad avere periodi felici e di serenità, ma sono troppo spesso e troppo a lungo sostituiti da periodi di ansia e depressione. Evidentemente c’è qualcosa di radicato nella mia testa che può solo essere momentaneamente sedato, ma che prima o poi ritorna: le mie fobie si ripresentano sotto altre forme, gli stati d’ansia, i momenti di apatia, il fatto di dimagrire riappaiono ciclicamente.
Il problema maggiore è che quando dico di stare male nessuno mi crede: le persone non si rendono conto della mia situazione e dopo poco tempo si stufano di starmi a sentire, si disinteressano totalmente o peggio si arrabbiano. Posso anche accettare di non essere una persona degna di interesse da parte degli altri, non pretendo per forza di essere capita o aiutata, ma almeno non mi si dica che devo essere contenta. Mi sembra che gli altri cerchino solo di farmi sentire in colpa per i momenti in cui non sono simpatica e brillante.
L’unica cosa che io vorrei è il mio pezzettino di diritto a stare male, cosa che mi è mancata molto nella mia vita. I miei problemi non sono mai stati considerati importanti, nel senso che nessuno ha mai visto motivi per cui io avrei potuto essere infelice. Per gli altri sono sempre stata troppo bella, brava e fortunata per avere problemi. Io credo invece che ognuno abbia diritto alla propria sofferenza, per quanto dall’esterno possano sembrarne sciocche le motivazioni.
L’unica possibilità che vedo è “chiudermi nel mio mondo” e fingere il più possibile che sia tutto a posto, ma anche quando faccio così questo mi viene rimproverato. Risultato: io sto sempre peggio e non so davvero più come affrontare la situazione.
Come dicevo all’inizio, ho le idee molto confuse. Non so nemmeno io di cosa ho bisogno: se di avere vicino qualcuno che mi voglia bene e si sforzi di comprendermi, se di essere lasciata in pace dal mondo intero perché la totale solitudine è l’unica condizione possibile in cui io possa sopravvivere, se di essere solo un po’ più forte e indifferente al mondo, o se invece ho bisogno di affrontare con una psicoterapia i miei problemi.
Purtroppo negli ultimi mesi le crisi di ansia si sono anche aggravate, dandomi anche sintomi fisici e gettandomi nella impossibilità di avere un controllo razionale su me stessa e togliendomi ogni capacità di reazione. Scusandomi per essermi dilungata, La ringrazio per l’attenzione. Cordiali saluti.
Daria (24 anni)
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