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  Martedì, 04 Luglio 2023
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Perché litighiamo sempre? La domanda è retorica, in realtà. Io so solo che abbiamo entrambi problemi di autostima, così finisce che cerchiamo entrambi di difenderci ed affermarci, finendo poi per litigare. Io per carattere sono insistente. Lui per carattere è irascibile. Questa è una combo esplosiva. Così ci amiamo, ma ogni volta in cui stiamo insieme io insisto e lui si arrabbia. O prima si arrabbia lui e io divento insistente in seguito, ci alterniamo. A lui la rabbia aumenta e dice parole grosse. La mia autostima crolla e inizio a piangere. Al che lui si sente in colpa e anche la sua autostima ne soffre. Siamo in grado di stare insieme supportandoci, condividendo, amandoci. Ma anche di farci soffrire a vicenda, di litigare per ore, di rovinarci i momenti più belli. Nessuno dei due lo vorrebbe, ma non riusciamo a disinnescare questo meccanismo. Mi chiedo se è normale nelle coppie. Mi dico che anche se fosse normale, non va bene per noi, perché ci massacra e ci sta allontanando. Non voglio pensare che ci lasceremo. A volte non ne posso più e penso seriamente che non possiamo andare avanti così, ma in realtà vorrei che esistesse una soluzione e imparare a disinnescare, a diventare più sicura di me e fare la mia sola parte, per salvare la nostra relazione. Non posso fare anche la sua, certo. Ma sono consapevole che non sto riuscendo a fare niente manco su me stessa.
Gentile Silvia,
complimenti innanzitutto per il Suo messaggio, che denota una grandissima consapevolezza del circolo vizioso relazionale in cui, Vostro malgrado, Lei e il Suo compagno siete intrappolati. Comprende già estremamente bene come tutti e due involontariamente contribuite ad alimentare questi conflitti e ha ben chiaro, giustamente, che Lei può impegnarsi a modificare solo la parte che La riguarda e che sarebbe completamente inutile invece pretendere che sia innanzitutto il Suo compagno a cambiare. Mi sembra sinceramente che con queste premesse, molto costruttive e per nulla scontate, Lei abbia già fatto grandissima parte del lavoro necessario. Vediamo ora se posso aggiungere anch’io qualche spunto di riflessione utile…
Proviamo a considerare per un attimo il Suo essere insistente come un tentativo di soluzione messo automaticamente in atto in certe circostanze.
Pensi ad un episodio specifico: l’ultima volta che si è trovata ad essere particolarmente insistente.
Cosa è successo esattamente subito prima che Lei iniziasse a diventare insistente?
Come La ha fatta sentire esattamente quello che è successo subito prima e che effetto Le fa ripensarci ora?
Magari si è sentita poco vista, poco ascoltata o non compresa. E la Sua insistenza potrebbe rappresentare uno sforzo disperato per cercare di essere finalmente ascoltata e compresa.
Provi a formulare un pensiero negativo su di Lei, anche assurdo, che Le viene da pensare quando ricorda quella situazione specifica, per esempio “non vengo ascoltata”.
Noti che emozioni e sensazioni fisiche sente ora nel Suo corpo quando ripensa a quell’episodio insieme alle parole “non vengo ascoltata”: dove sente fastidio e tensione nel Suo corpo ora? Mettiamo per esempio che Lei senta un “nodo allo stomaco”.
Se sta solo sulle parole “non vengo ascoltata” e questo “nodo alla stomaco”, Le è mai capitato in passato di sentire qualcosa di (anche solo vagamente) simile?
Lasci fluire liberamente la Sua mente, indietro nel tempo e poi ancora più indietro nel tempo, qual è uno dei ricordi più antichi che spontaneamente Le viene in mente?
Potrebbe per esempio emergere un ricordo in cui la sera a tavola, a cena, Suo fratello maggiore parlava e tutti lo ascoltavano, ma poi, quando provava a parlare Lei, che era più piccola e quindi naturalmente sapeva esprimersi un po’ meno bene, quello che diceva veniva subito liquidato sbrigativamente, banalizzato o interrotto.
Un ricordo di questo genere potrebbe essere quello che tecnicamente si chiama un buon “ricordo generatore” su cui andare a lavorare, perché potrebbe essere qualcosa di importante e non ancora completamente elaborato dal punto di vista emotivo. E se così fosse, se ora Lei parla e il Suo compagno La ascolta solo distrattamente o La interrompe facilmente, il fastidio che Lei prova potrebbe essere non semplicemente il fastidio relativo a ciò che sta succedendo ora con il Suo compagno, ma tutto il fastidio e il dolore che ha provato per anni in innumerevoli situazioni simili, e questo La potrebbe portare a diventare molto ma molto più insistente di quanto sarebbe necessario in quella situazione.
A sua volta questa Sua insistenza potrebbe fare inconsapevolmente da trigger (riattivatore) di situazioni e ricordi passati della vita del Suo compagno, che magari, per esempio, potrebbe aver avuto una mamma molto martellante e insistente, cosa che suscitava in lui grandissima rabbia. E la rabbia con cui lui reagisce ora alla Sua insistenza potrebbe allora non essere più semplicemente quella provocata da ciò che sta avvenendo ora fra Voi, ma la somma di tutta la rabbia provata in infinite situazioni simili passate.
Questi chiaramente sono semplici esempi non riferiti alla Vostra situazione specifica, che ovviamente non conosco, e frutto solo della mia fantasia, ma spero di essere riuscito a dare
un’idea…
Se stesse avvenendo realmente qualcosa di simile fra Voi due, cosa che credo possibile, quello che potrebbe fare Lei, Silvia, è cercare innanzitutto di comprendere meglio se ci sono delle connessioni fra la situazione attuale che La porta ad essere insistente con il Suo compagno e la Sua storia di vita, soprattutto all’interno della Sua famiglia di origine.
L’obiettivo è diversificare il presente da ciò che avveniva in passato, perché, anche se fra le diverse situazioni ci possono essere similitudini che La riattivano emotivamente, ci sono anche profonde differenze.
Lei allora magari era solo una ragazzina che in quelle situazioni poteva e sapeva fare ben poco altro che essere insistente.
Oggi invece è una donna adulta con molta più consapevolezza, competenze e strumenti e quindi ora ha molte più possibilità di scelta che in passato non aveva.
Se questo lavoro di auto-scoperta non è sufficiente, un breve percorso di psicoterapia, personale o di coppia, basato sull’ EMDR, potrebbe essere molto utile per individuare meglio quali situazioni passate eventualmente si riattivano e soprattutto per poterle finalmente rielaborare e sciogliere definitivamente.
Spero di essere riuscito a darle qualche spunto di riflessione utile…
In bocca al lupo!
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