Gentilissimo Dottor Claudio Sessa Vitali,
in questo periodo della mia vita non riesco ad andare avanti. Mi chiamo Anna, ho 47 anni e ho perso da 10 mesi il mio compagno, che per me era la mia stessa vita. Eravamo un’unica cosa ed è morto tra le mie braccia. Aveva sempre le visite dei figli in rianimazione, ma sono sicura che stava aspettando me, proprio me (era stato sempre il suo desiderio morire tra le mie braccia, se mai fosse venuto quel giorno). Aveva 65 anni. Ora per me è difficile andare avanti e vivere. Lui mi ha lasciato il suo amore e sono sicura che, anche se la vita mi ha tolto tanto, mi ha anche dato un amore così grande che va oltre le nostre stesse vite ed è per questo che sto soffrendo. Vivo con l'unico pensiero di sognarlo o di avere un segno da lui del suo ancora grande amore per me. Il mio unico conforto ora è infatti sapere che c'è una vita dopo la morte (io sono credente) e che lui è accanto a me ogni momento della mia vita, che mi guarda e mi segue. Le mie amiche mi dicono che è assurdo, lui è morto e basta, ma io non voglio credere a questo, perché allora non mi rimarrebbe più nulla. E’ anche importante per me credere che lui in coma farmacologico, alcuni attimi prima di morire, abbia sentito la mia presenza (aveva il cuore malato) e così sia morto serenamente.
Mi scusi Dottore per la mia mail un po’ sconclusionata, ma il mio dolore è talmente grande che cerco qualsiasi persona per chiedere aiuto. Forse vorrei sentirmi dire proprio le cose che mi fanno felice, ma certamente voglio parole veritiere. La prego mi aiuti e accolgo con gioia un Suo consiglio. Distinti saluti
Anna (47 anni)
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