Buonasera o buongiorno Caterina e grazie del Suo messaggio.
Se la sessualità di persona è bloccata e genera paura, mentre quella virtuale no, e ci sono stati in passato traumi di tipo sessuale, è estremamente probabile che il blocco che sperimenta ora sia in qualche modo connesso con quegli eventi.
Per poter godere della propria sessualità una persona deve infatti generalmente sentirsi innanzitutto sufficientemente al sicuro. Se la vicinanza e intimità fisica con un’altra persona evocano esperienze traumatiche non completamente risolte, si attiva automaticamente un segnale di pericolo (connesso alle esperienze pregresse) che inibisce la possibilità di poter sperimentare una intimità sessuale soddisfacente. In pratica la priorità di sopravvivere e sentirsi al sicuro non permetta al sistema sessuale di attivarsi.
Per disattivare questo naturale e sano meccanismo di auto-protezione è necessario intraprendere un percorso di
psicoterapia in cui rielaborare i traumi pregressi (e in questo l’approccio
E.M.D.R. risulta particolarmente efficace) in modo che l’intimità con un’altra persona non venga più percepita come fonte di pericolo.
Nella mia esperienza è un percorso che richiede tempo e fatica, perché è necessario sentirsi prima sufficientemente al sicuro e supportata nella relazione psicoterapeutica per poter poi lavorare su ricordi potenzialmente molto attivanti, ma ne vale veramente la pena: Le permetterà di riappropriarsi completamente del piacere di vivere e godere della Sua vita in tutti gli aspetti!
In bocca al lupo.
Dott. Claudio Sessa Vitali psicologo specializzato in psicoterapia ad indirizzo sistemico relazionale ed E.M.D.R.
Tel. 02-29526852 e Cell. 347-8003203